Per fortuna esistono luoghi dove si continua a opporre una fiera resistenza al fast-food, alla ristorazione cinese, alla dieta macrobiotica, alla pizzeria e alla panineria. Uno di questi luoghi è l'Elba, dove accanto a locali in cui si consumano pasti sul tipo di quelli appena elencati, non mancano ristoranti dove ancora vengono serviti piatti preparati secondo le regole della tradizione.
Non possiede una cucina assolutamente autoctona, ma risente, con alcune varianti, di influenze tosco-occidentali e marinare in genere. Si tratta di una cucina povera, come solo poteva essere quella di una terra abitata da contadini, minatori e pescatori.
I piatti tipici di quest'isola, che ha conosciuto la prosperità solo in tempi relativamente recenti, si basano sulle risorse offerte dall'ambiente, ma necessitano di due ingredienti ritenuti indispensabili alla loro buona riuscita: la semplicità e la frugalità.
Gli altri ingredienti sono quelli che nelle varie stagioni provengono dalla terra e dal mare. Fra i piatti marinari, oltre al cacciucco, regina delle zuppe di pesce, ricordiamo la zuppa di favolli, grossi granchi pelosi di sgradevole aspetto ma gradevolissimi al palato; quella di granite, piccole chiocciole molto saporite, che si raccolgono sugli scogli; quella di baccalà e porri selvatici, un piatto tipico di Rio; la "sburrita", un altro piatto riese, sempre a base di baccalà; il riso nero di totano; la pasta al sugo di acciughe fresche.
Molto apprezzati dagli elbani sono gli "zerri", che vengono preparati fritti, in umido e marinati.
Sono pesci di poco pregio simili alle sardine, che vengono pescati solo da ottobre a marzo, perché negli altri mesi le loro carni non sono buone; a chi si reca all'Elba nella stagione balneare non resta che gustare quelli conservati sotto sale.
Ricordiamo la minestra di cicerchie, una leguminosa simile al pisello; la minestra di cavolfiore; la minestra di fagioli campesi alle erbe di campo; la minestra di lumache, un piatto tipico di Capoliveri; i ravioli di ricotta e borragine, una pianta erbacea con foglie ruvide e pelose, che cresce nelle vigne e nei campi.
Fra le piante aromatiche, il basilico, il rosmarino, la nepitella, il finocchio selvatico, il ginepro, l'alloro, la salvia, il timo, la maggiorana, molte delle quali crescono spontaneamente nella macchia. |